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Il vinoIl vino Barbaresco, ottenuto da uve nebbiolo al 100%, deve essere sottoposto ad un invecchiamento di almeno due anni, di cui almeno uno in botti. La produzione massima consentita per ettaro è di 80 quintali di uva, pari a 56 ettolitri; il grado alcolico minimo naturale è di 12%. Queste sono le regole dettate dal disciplinare, basi sui cui si inseriscono le consuetudini dei grandi vignaioli per ottenere i vini di classe superiore: per Giuseppe Cortese il Barbaresco prodotto nel cru Rabajà non può essere messo in commercio prima di essere stato invecchiato per tre anni (di cui due in botti), le rese sono decisamente inferiori a causa della naturale contenuta produttività di vigne che hanno mediamente 40 anni e alla selezione in vigna, le botti devono essere rigorosamente di rovere di Slavonia per preservare al massimo la tipicità del frutto, ed il grado alcolico deve essere bilanciato ad una struttura ed acidità necessarie per conferire longevità. Sui grandi Barbareschi è particolarmente interessante parlare di longevità: i vini devono avere sì quel grande potenziale di invecchiamento (anche più di 20 anni), garantito da una vinificazione tradizionale, che permette di valutarne la lenta evoluzione, ma devono al tempo stesso avere quel grado di eleganza, quel tannino vellutato, che ne caratterizzano una grande armonia già in gioventù. |
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